Videogiochi fantasy: Parte II (1988)
Pool of Radiance
Distributore: SSISviluppatore: SSI
Sistemi:PC, C64, Apple II, NES, Atari ST, Amiga
Anno: 1988

Tutto è cominciato con lui. Qualunque giocatore di vecchia data conoscerà questo videogioco fantasy. Ci sono stati adattamenti per computer di D&D, tuttavia i computer dell'epoca non erano in grado di simulare le regole del gioco di ruolo fantasy per eccellenza.
Pool of Radiance, invece, fu il primo a riuscire a trasporre con risultati apprezzabili l'esperienza di una partita a Dungeons and Dragons su videogioco.
Al giocatore era data la possibilità di creare un personaggio combinando le diverse razze con le quattro classi base (basate sul gioco di ruolo AD&D: guerriero, chierico, mago, ladro), e di formare un gruppo di 6 personaggi per affrontare le missioni inizialmente volte a liberare la città di Phlan dai mostri che la infestano, per poi arrivare ad affrontare la quest principale: la ricerca della Pool of radiance.
Interessante notare il livello di personalizzazione dei propri personaggi, di cui si potevano impostare i colori e scegliere fra diversi "alter-ego"; era inoltre possibile "ritoccare" a mano i valori tirati casualmente (questo permetteva di ricreare sul videogioco il personaggio del proprio gioco di ruolo fantasy preferito... ma anche di avere tutti 18!)
Nonostante i videogiochi dell'epoca fossero limitati nella risoluzione delle missioni, Pool of Radiance, nel pieno stile dei giochi di ruolo, permetteva di portare a termine le quest in più modi, che fra l'altro potevano anche essere affrontate non nell'ordine prestabilito.
Il gioco prevedeva una visuale in prima persona per la parte esplorativa, ma la vera novità era rappresentata dai combattimenti: erano visualizzati con una prospettiva dall'alto che permetteva di attuare nel videogioco strategie dtipiche dei giochi di ruolo fantasy su carta, come attaccare a distanza, accerchiare il nemico o proteggere le strettoie per affrontare i nemici uno ad uno.
Nonostante le sue limitazioni (lunghi caricamenti, un level-cap piuttosto basso e il fatto di dover leggere certe conversazioni dal manuale cartaceo del videogioco, per risparmiare spazio su disco), ha rappresentato un'esperienza vasta e coinvolgente per gli estimatori di D&D e AD&D, ed ha gettato le basi per molti futuri videogiochi di ruolo fantasy.
Heroes of the Lance
Distributore: SSISvluppatore: U.S. Gold
Sistemi: PC, NES, Atari ST, Amiga, Sega Master System, Commodore 64
Anno: 1988

Nello stesso anno di Pool of Radiance, la SSI cominciò la produzione di videogiochi non di ruolo, che sfruttasero le ambientazioni dei giochi di ruolo fantasy per attrarre altri tipi di giocatori; Heroes of the Lance fu il primo di questa tipologia d videogiochi.
Basato sui romanzi della serie Dragonlance di Margaret Weis e Tracy Hickman, il gioco era una sorta di hack'n'slash a scorrimento orizzontale, dove il giocatore impersonava uno degli otto protagonisti dei romanzi fantasy.
Nonostante la discreta qualità del videogioco fantasy (che non si puè definire gioco di ruolo, nonostante l'ambientazione che si rifà a AD&D) – che permetteva fra l'altro un certo grado di strategia negli scontri, dovendo segliere il personaggio adatto (alcuni usano attacchi a distanza, come Riverwind o Raistlin), mentre altri si battono in mischia – difetti non trascurabili come la ripetitività delle location, la lentezza nella risposta ai comandi e l'improbo livello di difficoltà (aggravato dall'impossibilità di salvare) ne minavano la giocabilità.